manutenzione gommone

La manutenzione del gommone: gli step necessari

La manutenzione del gommone, ormai tra i protagonisti indiscussi della nautica minore, è fondamentale per assicurare grandi performance. Il gommone è caratterizzato da una galleggiabilità difficilmente raggiungibile con strutture diverse. Un mezzo che nonostante la sua leggerezza riesce a trasportare pesi molto elevati ed è adatto per chi naviga dove non ci sono posti barca o magari per chi ormeggia intorno a una boa. E’ anche un mezzo da preferire alla barca, nel caso in cui si cercano consumi ridotti.

Affinché sia sempre efficiente, è necessario provvedere periodicamente alla sua manutenzione: non farlo significa perdere performance e sicurezza. Di seguito abbiamo voluto indicare tutte le attività obbligatorie per la manutenzione del gommone tra cui la pulizia dei tubolari, piccole riparazioni agli accessori dei gommoni, della manutenzione del motore marino fuoribordo.

La struttura del gommone

A contenere l’aria sono per l’appunto i tubolari, i quali vengono sagomati in modo da dare al gommone una forma simile a quella di una barca: a prua i tubolari infatti si incontrano, per formare un angolo più o meno aguzzo (molto spesso quadrato). A poppa, invece, i due tubolari terminano tipicamente con delle calotte, per lasciare spazio allo specchio di poppa, unito ai tubolari e pagliolato: questi tre elementi, insieme, costituiscono la struttura base di qualsiasi gommone tradizionale. Per avere un gommone effettivamente funzionante e planante, ovviamente, è però necessario mettere il tutto in tensione. Questo avviene attraverso una chiglia (anche se sarebbe meglio chiamarla paramezzale) pneumatica, oppure attraverso un asse rigido in tronconi.

Ma di che cosa sono fatti i tubolari? Ebbene, per contenere l’aria e per essere resistenti verso le minacce esterne – il sole, le banchine, gli scogli, gli ami delle canne da pesca e via dicendo – i tubolari sono costruiti con dei particolari tessuti gommati (anche se va detto che i parabordi sono comunque indispensabili). Le componenti di base sono dunque due: all’interno un tessuto, e all’esterno della gomma.

Il tessuto può essere principalmente di due tipi. Possiamo avere del poliestere, tendenzialmente rigido, che tiene la forma ma che è difficilmente lavorabile, oppure il poliammidico, il quale invece è più leggero, più lavorabile e più morbido. Il tipo di tessuto interno viene però scelto anche in relazione alla gommatura. Questa è una finitura indispensabile, in quanto nessun tessuto, di per sé, potrebbe garantire la resistenza necessaria per mantenere l’aria all’interno e l’acqua all’esterno. Ecco dunque che interviene la gommatura, su entrambe le facce del tessuto, a renderlo impermeabile all’acqua e a tanti altri agenti fisici e chimici.

Anche la gommatura può essere di due tipi: possiamo avere una gommatura in PVC (che è un plastometro) o in neoprene (o anche in hypalon, il quale è, come il neoprene, un elastometro). Mediante l’ausilio di particolari e costosissimi macchinari industriali, i tessuti vengono gommati e quindi impermeabilizzati. La legge impone che l’intero sistema tubolare dei gommoni sia diviso in almeno tre sezioni stagne, per garantire una maggiore sicurezza. Un tubolare, dunque, non è mai costituito da un’unica grande camera d’aria: al suo interno si trovano infatti delle apposite membrane. Esistono ovviamente anche i gommoni semirigidi, e quindi i gommoni compositi, i quali presentano una carena in vetroresina oppure, sebbene raramente, in alluminio. La costruzione di un gommone semirigido, di per sé, è ancora più semplice di quella di un gommone tradizionale: in questo caso la struttura rigida presenta infatti degli appositi vani e attacchi per i tubolari.

Tra le operazioni di manutenzione del gommone rientrano in primis quelle di pulizia.

La pulizia dei tubolari

Per la manutenzione del gommone bisogna partire dai tubolari: andrebbero puliti periodicamente, per non andare in giro con un gommone dal colore irriconoscibile e per individuare tempestivamente eventuali problemi. La pulizia più importante è però senza ombra di dubbio quella che si deve fare all’inizio di stagione, nel momento in cui si rimette in acqua il gommone. Per il rimessaggio invernale, tipicamente, il gommone viene coperto con un telo copribarca, il quale sì, riesce senz’altro a proteggere il mezzo, ma non del tutto: la polvere, gli insetti e l’umidità possono comunque riuscire a farsi strada. Per quanto riguarda l’umidità, come si ricorda sempre nelle migliori guide per il rimessaggio invernale, è consigliabile scoprire la barca o il gommone nei giorni di sole, così da far girare un po’ d’aria e asciugare per quanto possibile l’umidità presente, scongiurando il manifestarsi di muffe, per poi richiudere il tutto attentamente.

Per prima cosa, la pulizia dei tubolari del gommone inizia con un abbondante risciacquo, aiutandosi con una spugna. Una bagnata e via non va bene: non dobbiamo guardare ai tubolari del gommone come a un accessorio plastico e impenetrabile, quanto invece come a un tessuto, nella quale la polvere e la sporcizia riescono a penetrare in profondità. Il risciacquo deve dunque essere fatto con attenzione, con acqua a pressione – ma non eccessiva – e con delle belle passate di spugna. Il risciacquo iniziale, oltre a eliminare tutto lo sporco ‘facile’ ha anche lo scopo di raffreddare i tubolari: del tessuto gommato riscaldato dal sole, infatti, non sarebbe il massimo per procedere con la prossima fase.